Alpini-guida alla scoperta del paese con i non vedenti
CAZZANO DI TRAMIGNA. Ogni mese degli angeli senza ali, ma con la penna d’aquila sul cappello, si fanno guide e custodi di persone non vedenti o ipovedenti. Sono gli iscritti al Gruppo alpini San Marco di Bassano del Grappa, 35-40 guide custodi che prendono per mano altrettante persone con disabilità visiva e le accompagnano in itinerari di natura, cultura ed enogastronomia, offrendo gratuitamente e per puro volontariato una giornata all’insegna dell’amicizia e della solidarietà.
L’ultima volta è successo sulle colline di Cazzano di Tramigna, grazie a Gina Rocca, che da anni frequenta con assiduità queste uscite, e con il sostegno del locale gruppo alpini si è offerta di mostrare le bellezze del paese in una giornata d’autunno, unendo alla camminata la soddisfazione di una pausa nel frantoio Ballarini per la degustazione dell’olio novello e conoscere le fasi della lavorazione delle olive.
Anima grande dell’iniziativa degli alpini, guida per non vedenti, è Aldo Primon, che racconta com’è nata l’idea, unica in tutta Italia: «Avevo letto un articolo dove un non vedente chiedeva aiuto a qualcuno che lo potesse accompagnare a fare attività fisica. Mi sono chiesto quanti sarebbero potuti essere nelle sue condizioni e con gli amici alpini abbiamo iniziato nel 2016 questa attività, che coinvolge persone da tutto il Veneto. Ci organizziamo una volta al mese per le uscite nelle varie provincie, ma facciamo anche attività settimanali circoscritte ai paesi limitrofi dove abitiamo», rivela. Il bisogno di attività fisica si è rilevato tanto più impellente con l’isolamento dovuto alla pandemia e ha fatto crescere il numero delle uscite e l’impegno degli alpini volontari. Mediamente, il gruppo muove un’ottantina di persone, ma sono arrivate anche a superare il centinaio in una uscita recente: a volte gli itinerari si snodano nei centri storici delle città d’arte, a volte in campagna o anche in montagna. All’inizio dell’escursione Aldo legge l’elenco degli alpini accompagnatori e abbina a ciascuno il nome di una persona non vedente che gli viene affidata. Ad ogni uscita il binomio cambia per permettere a tutti di conoscersi e migliorare anche il proprio livello di competenze in fatto di accompagnamento.
A Cazzano, in particolare, dopo una breve descrizione del paese e della Val Tramigna, il gruppo ha sostato per la preghiera davanti al monumento ai Caduti, con la deposizione di una piccola corona di fiori e il canto di «Signore delle cime», «perché non ci dimentichiamo mai di essere alpini oltre che volontari», ha suggerito Aldo, invitando anche a ricordare Agostino, il marito di Gina morto un anno fa.
Poi il trasferimento al santuario di San Felice e alla chiesa di San Colombano per ridiscendere in paese con la visita al frantoio e la conclusione conviviale in pizzeria, «dove finiamo sempre con il terzo tempo», conclude Aldo, «tenendoci per mano e cantando “Amici miei venite qui”, di John Newton».
«Aver conosciuto gli alpini guida per non vedenti mi ha cambiato la vita», riconosce Gina, «ho frequentato tutte le loro uscite, ho imparato a prendere il treno grazie a loro, li ho voluti qui in paese per far capire a tutti che ci siamo. Da pochi, il gruppo con il passaparola si è allargato e troviamo tanto affetto, tanta sincerità e aiuto, un carica che ci aiuta da un mese all’altro».
Patrizia Mirandola è presidente dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Verona: «Questa è un’iniziativa importantissima, formata da un gruppo stupendo e fantastico e finalmente oggi sono potuta uscire con loro. Questo ci aiuta anche a non essere più invisibili», conclude.
Al monumento ai Caduti, il vicesindaco Carlo Bacco ha portato i saluti dell’amministrazione comunale e dei compaesani e ha ringraziato Gina e gli organizzatori per l’iniziativa, mentre un gruppo di giovani volontari si preparava a far trovare la sorpresa di un aperitivo ai tutti i camminatori all’arrivo, a San Colombano.
Tratto da L’Arena