Cultura e arte accessibili a tutti Una rivista per non vedenti
Roboante Magazine, rivolta anche a ipovedenti e a chi ha disturbi specifici di apprendimento Realizzata da un collettivo di under 35. Previsti pure progetti di inclusione nella vita sociale
Rendere la cultura e l’arte accessibili a tutti. È con questo spirito che ha preso vita Roboante Magazine, la rivista accessibile anche a non vedenti e ipovedenti presentata a Bergamo lo scorso 30 ottobre: una fanzine autoprodotta che vuole dare dignità a tutte quelle tematiche che per definizione sono roboanti e quindi altisonanti, tanto da venir evitate o ignorate. «Roboante è la diffusa variante non corretta del termine reboante: fortemente rimbombante, dotato di profonda risonanza – si legge nell’editoriale del numero zero del magazine -. Spesso si definisce roboante ciò che è altisonante, ampolloso ma senza alcuna sostanza. Questa fanzine ha per protagonisti tutti quei temi considerati futili o sgradevoli, che non vale la pena trattare ma che, allo stesso tempo, è impossibile ignorare. La redazione attribuisce all’aggettivo roboante una interpretazione più ampia e quindi slegata al solo mondo del sonoro. Roboante è tutto ciò che rimbomba nella sua peculiare bellezza di elemento visivo, olfattivo, sonoro, tattile… I valori di Roboante si radicano profondamente nel tentativo di rendere la cultura un bene accessibile a tutte le persone». Tutto nasce da un’idea di Arianna Lenzi, giovane da sempre attenta alle persone e al sociale grazie ad una sensibilità respirata in famiglia fin da piccola, che ha pensato di unire il suo lavoro in campo culturale con i suoi interessi in ambito di volontariato. «La scorsa primavera abbiamo iniziato a pensare all’idea di come l’estetico può essere reso godibile a tutti, anche a chi non può vederlo – racconta Arianna -. Le fanzine vanno molto di moda tra i giovani, allora ci siamo chiesti chi non poteva accedervi: non vedenti, ipovedenti, persone affette da disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa). Abbiamo pensato alla nostra fanzine perché anche queste persone potessero accedervi». Il progetto ha pian piano preso piede e suscitato l’interesse di molti, tanto che dietro a Roboante oggi c’è un collettivo di under 35 che negli ultimi mesi si è dedicato all’autoproduzione della fanzine. Ma anche a dar corpo e forma a progetti di inclusione e di accessibilità grazie ai quali giovani non vedenti possano entrare in contatto con giovani vedenti creando scambi, relazioni e creazioni culturali. In particolare Roboante ha l’obiettivo di coinvolgere attivamente persone non vedenti, soprattutto giovani, all’interno della vita culturale e sociale di Bergamo. Le persone del gruppo, infatti, credono fortemente in una cultura inclusiva: grazie all’impaginazione, curata da Dario Carta, la rivista risulta consultabile anche alle persone ipovedenti, mentre per i non vedenti è stato creato un podcast gratuito, disponibile anche su Spotify, dove i contenuti della fanzine sono narrati e interpretati da due doppiatrici e da due attori della compagnia teatrale Figli Maschi. Fondamentale la collaborazione con l’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Bergamo, che ha da subito sostenuto la proposta e ha fornito ai giovani suggerimenti importanti dati dalla decennale esperienza associativa. «Il loro contributo è stato fondamentale per orientarci. Un esempio su tutti è quello del braille: volevamo scrivere tutta la rivista in braille ma ci hanno spiegato che non tutti i giovani non vedenti lo conoscono, perché la tecnologia vocale lo ha spesso sostituito – racconta Lenzi -. Questo ci ha portato alla scelta di creare un podcast che accompagna la rivista, ma abbiamo comunque scelto di trascrivere l’editoriale in braille come forma di sensibilizzazione». Non solo: sempre grazie all’Unione ciechi il collettivo è entrato in contatto con due tiflologi esperti in narrazione di elementi visivi per non vedenti che hanno dato un contributo importante nella realizzazione dei podcast e ha conosciuto la tecnologia minolta, fogli con effetto vellutato che consentono di creare immagini in rilievo per permettere la lettura delle immagini con le mani. Il progetto, realizzato anche in collaborazione con le Associazioni Omero e Bambini in Braille, ora si prepara ad una 2ª edizione grazie a laboratori mensili che aiutano i 10 giovani redattori, metà vedenti e metà non vedenti, a creare contenuti originali e a sviluppare le loro idee. E non si ferma alla fanzine: l’obiettivo è di far nascere relazioni tra giovani vedenti e non, attivandoli perché possano essere artisti e rendere la cultura fruibile a tutti. Per saperne di più visitare la pagina Facebook o il profilo Instagram «roboante.zine».
Tratto da L’Eco di Bergamo