Nuove tecnologie al servizio delle disabilità visive
In questo ultimo mese abbiamo pubblicato, sulla nostra Pagina Facebook, diversi aggiornamenti riguardanti il modo in cui nuovi accessori, invenzioni, brevetti, impattino o possano impattare sulla vita di non vedenti ed ipovedenti.
E anche laddove questi nuovi prodotti non siano specificatamente pensati per loro, in generale sembra esserci un’attenzione sempre maggiore al tema dell’accessibilità e la volontà crescente di abbattere quelle barriere – siano esse architettoniche o culturali – che separano i disabili visivi dai normodotati.
Dal BrainPort V100, il dispositivo per “vedere” attraverso la lingua, al Bitlab, il tablet che converte direttamente file testuali in Braille sul suo schermo touch, passando per le Smart Shoes, scarpe da running presentate al Salone del Mobile 2015 dall’azienda italiana Vibram in collaborazione con Lenovo. Scarpe, queste, non pensate appositamente per disabili visivi ma che potrebbero aver delle importanti applicazioni, poiché implementano un navigatore GPS che permette di sapere sempre dove si sta andando, anche attraverso vibrazioni.
E, per finire, XploR (“explor” – esplorare), il bastone “intelligente” la cui idea nasce proprio dalla vicinanza alla tematica della cecità di uno dei ragazzi ideatori del progetto.
Il fil rouge che lega queste innovazioni tecnologiche è, come abbiamo detto, il tema dell’accessibilità. Un tema complesso, spesso al centro del dibattito – è notizia del mese scorso quella in cui ad una bambina non vedente è stato negato l’accesso ad un “parco avventura” – e che porta a chiedersi: “Cosa può fare un non vedente?”. E la risposta che in molti si sentono di dare è “Tutto”. Magari con gli strumenti adatti.
La domanda con cui oggi vi lasciamo oggi, dunque, è questa: avete fiducia in queste innovazioni e, più in generale, nel progresso tecnologico? Ovvero, tutti questi dispositivi possono realmente avere un impatto sul tema dell’accessibilità?