Persone non vedenti, quali strumenti per l’emergenza?
di AnpviAdminUsr · 16 Marzo 2022
L'esperienza dei Vigili del Fuoco
Nelle indicazioni che noi diamo nella gestione del soccorso c’è quella che in queste situazioni bisogna sfruttare la risorsa residua rispetto a quella persa” spiega Stefano Zanut, referente dell’osservatorio sulla sicurezza e il soccorso alle persone con esigenze speciali e vice direttore dei Vigili del Fuoco di Pordenone. E allora a una persona con disabilità visiva si parla, ci si avvicina e ci si presenta come soccorritore e si spiega la situazione per mettersi in relazione con lei. Oltre a questo la persona con disabilità visiva che usa il bastone per l’orientamento o il cane guida, in condizioni di emergenza potrebbe perdere la cognizione dello spazio e dei luoghi. “Ad esempio, prendiamo il caso dei terremoti e della caduta di calcinacci. In questa situazione la persona perderebbe l’orientamento, col bastone inizierebbe a toccare le pietre e non riuscirebbe più a muoversi perchè la nuova situazione ambientale crea anche possibilità di inciampo e di caduta” continua Zanut. A questo punto il soccorritore deve essere in grado di accompagnare la persona sapendola guidare verso un luogo sicuro. “Tra le indicazioni che diamo c’è anche quella che la persona cieca sa farsi guidare, per cui prenderà il gomito del soccorritore e si metterà un po’ dietro di lui e che il soccorritore si muoverà dichiarando quello che fa: “giriamo a destra”, “facciamo delle scale”, dichiarando gli impedimenti. La persona cieca si conformerà ad essi” spiega Zanut. Per cui la persona ti afferrerà sul gomito e non ci sarà bisogno di tirarla per le mani perché sarà la persona che conformerà la sua posizione di equilibrio a te. Altrimenti se si tira la persona questa perde l’equilibrio e non riesce a governare il corpo. “Un’altra cosa che diciamo ai soccorritori è che sarà la persona stessa, abituata a muoversi al buio, a governare il movimento, molte volte pensiamo di essere noi a governarlo, ma in realtà è la persona cieca che guida e che usa te come elemento di orientamento. Questo è un aspetto importante: garantire che la persona mantenga il suo senso di equilibrio è il modo per arrivare in un posto sicuro” prosegue Zanut. L’altro aspetto riguarda i cani guida. L’indicazione in questo caso è che bisogna legare al guinzaglio il cane, non prendere la guida, dando così il messaggio all’animale che non tocca a lui guidare la persona non vedente
La persona cieca in emergenza
Il tema delle persone con disabilità alla vista è quello dell’orientamento. Nei luoghi pubblici si trova ad esempio il sistema Loges, una pavimentazione speciale, che aiuta i non vedenti con il bastone che si trova in città quando non ci sono altri riferimenti per l’orientamento. Questo sistema di orientamento a pavimento, che ha una sua grammatica, si usa per esempio in piazze e nelle stazioni. “Ma in emergenza queste modalità scompaiono, quando bisogna scappare nella fretta, magari dimentichi il bastone e diventa un problema. Ad esempio se dopo una scossa di terremoto i soccorsi dicessero di allontanarsi dai muri, una persona cieca avrebbe molto difficoltà a farlo, per cui se c’è un accompagnatore, bene, ma in altre circostanze, se fosse solo, sarebbe un problema. Quindi anche qui bisogna aver accortezza dell’informazione che si dà: bisogna tener conto che qualcuno dovrà avvicinarsi a muri e finestre. Per cui bisogna costruire un sistema di soccorso idoneo a garantire che la persona non vedente possa da una parte rispondere in autonomia e quindi potersi muovere anche in condizioni critiche, dall’altra essere aiutata da persone che sappiano come si accompagna una persona cieca e si entra in relazione con lei” spiega il vice-direttore dei Vigili del Fuoco di Pordenone. Al momento non esiste un programma di formazione per persone cieche a livello nazionale. Però esiste nel campo del lavoro il decreto legislativo 81/08, la norma di sicurezza negli ambienti di lavoro, che afferma in modo esplicito che il luogo di lavoro va progettato anche tenendo conto delle persone con disabilità. Per cui se in ambiente di lavoro c’è una persona cieca bisognerà da una parte progettare l’ufficio in funzione delle sue necessità, dall’altra elaborare un piano di emergenza che riguardi anche la persona cieca. Inoltre i suoi colleghi lavoratori dovranno essere formati su come ci si comporta con lei. “Nel caso del non vedente la segnalazione di emergenza in ufficio sarà ad esempio un segnale acustico. Questo vale anche per la scuola, per i supermercati, tutti i luoghi in cui una persona può accedere. Tutti questi luoghi devono avere piani di emergenza che considerino la specificità di ogni persona” specifica Zanut.